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Le istituzioni contro la mafia. La figura del Tenente Colonnello Giuseppe Russo.

7 maggio 2024 - ore 10 - AULA MAGNA IISS "Don Colletto"

Utente FRANCESCO PIAZZA

da Francesco Piazza

Docente

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Le istituzioni contro la mafia. La figura del Tenente Colonnello Giuseppe Russo.

7 maggio 2024 – ore 10 – AULA MAGNA IISS “Don Colletto”

Progetto “LA GIUSTIZIA ADOTTA LA SCUOLA”

Promosso dalla Fondazione “Vittorio Occorsio”

Martedi 7 maggio 2024 le studentesse e gli studenti delle classi III A – III B – III ASA hanno partecipato, nell’ambito del progetto “La giustizia adotta la scuola” promosso dalla fondazione Vittorio Occorsio, all’ incontro con il magistrato, ora in pensione, Leonardo Agueci e con il capitano dei carabinieri Daniele Giovagnoli sul tema “Le istituzioni contro la mafia. La figura del tenente colonnello Giuseppe Russo”.

L’incontro ha avuto inizio con i saluti istituzionali della dirigente scolastica Elisa Inglima ed è proseguito con l’intervento del capitano Giovagnoli che ha tracciato il profilo professionale della carriera del tenente colonnello Giuseppe Russo ucciso dalla mafia a Ficuzza la sera del 20 agosto del 1977 assieme all’insegnante Filippo Costa che quella sera si trovava a passeggiare con lui. Insignito di medaglia d’oro al valore civile, il tenente colonnello Russo era stato uno degli uomini di fiducia del generale Dalla Chiesa quando questi con il grado di colonnello era alla guida della legione dei carabinieri di Palermo. Nei primi anni settanta aveva condotto indagini sui sequestri di persona fatti dalla mafia e aveva scoperto uno dei covi di Totò Riina. Poi si era occupato delle vicende relative alla realizzazione della diga Garcia e delle infiltrazioni di cosa nostra nella gestione degli appalti e dei subappalti di lavori pubblici. Il giudice Leonardo Agueci si è invece soffermato nell’analisi degli aspetti processuali della vicenda Russo che in prima istanza hanno portato alla condanna di tre pastori con sentenza passata in giudicato. I tre, uno dei quali era anche monco di un braccio e nonostante tale evidenza condannato come esecutore materiale dell’omicidio, hanno dovuto attendere per essere scagionati il processo di revisione che è stato istruito a partire dal 1984 a seguito delle dichiarazioni di Tommaso Buscetta e di altri collaboratori di giustizia e che ha portato alla condanna dei boss e dei killer della famiglia mafiosa dei corleonesi. Il giudice si è poi soffermato su quello che era il clima culturale degli anni settanta e sulla percezione e conoscenza che la società civile, ma anche gli organi dello Stato, avevano allora della  mafia, sul clima di omertà che spesso copriva il fenomeno mafioso, sulle tecniche investigative e sugli strumenti legislativi di ieri confrontandoli con quelli che dagli anni ottanta in poi avrebbero consentito alla magistratura  e alle forze dell’ordine di ottenere significativi risultati nella lotta alla mafia.